Che mistero è la vita, una corsa indicibile fin dall’inizio appena ti mostri al mondo, quando con i pugni chiusi vuoi conquistarlo e piangi perché sei già nelle mani… di un altro; un medico e questo non lo vuoi……..
Poi il lento incedere della vita, quella costruzione che ti porta ora vicino ora lontano dai tuoi desideri…diavolo o santo….. nel sorriso e nel pianto…
Eri in quota ma adesso stai planando e quelle mani adesso sono aperte alla ricerca del contatto, perché tutto si annebbia, il ricordo non è più vivo, il passato è diventato il presente, il presente è fuso con il passato ed il futuro è vuoto non esiste, non ti appartiene….ed il contatto ed il sorriso sono le uniche componenti che ti danno fiducia e speranza.
Il cervello da spugnoso quale era diventa legnoso e perde tutta la capacità cognitiva e finisce, nel migliore o nel peggiore dei casi, a raziocinare per brevi momenti.
La mente quel concetto così etereo e sublime che ci divide dal regno animale svanisce e si va a nascondere in qualche cassetto del nostro “IO” più profondo.
Giornalmente frequento i miei “amici” anziani e a parte il momento ricreativo, dove con la mia tastiera alcuni cantano ed altri ballano, il momento più bello ed interessante è quello del “testa testa” come lo chiamo io.
In una stanza della Residenza dove generalmente il paziente non viene portato, sia per ingenerare attenzione laddove la curiosità possa essere stimolata, sia per destare stimoli anche negativi poiché la quotidianità e la ripetitività del luogo abbassano l’interesse, ho avuto dei riscontri oserei dire notevoli.
Luigi un uomo di 72 anni affetto da Alzheimer degenerativa con perdita della parola su una carrozzina a rotelle con lo sguardo fisso nel vuoto si accorge di me solo se mi abbasso e cerco il suo sguardo. Gli parlo e lui chiude gli occhi, il solo movimento che riesce ad eseguire. Continuo a parlare, il mio mondo è la musica quella che forse lui non disdice.
Penso a Domenico Modugno e con la chitarra intono qualche frase della canzone “Vecchio frack”, ecco che Luigi apre gli occhi e come per magia lentamente alza la mano e appoggia il dito indice al lato destro della bocca e facendo pressione sul labbro ne esce un sorriso.
E’ stato uno dei giorni più belli della mia vita. Sono passati 6 mesi adesso Luigi batte con le mani il ritmo sulle gambe e le muove a tempo sia a destra che a sinistra (ginnastica indotta). Inoltre mi ha fatto anche una richiesta musicale scrivendola su un foglio : “Balocchi e profumi”.
Rosi una signora di 84 anni affetta anch’essa da Alzheimer fissa su una sedia a rotelle da molti anni si esprime senza senso con un ripetuto fraseggio onomatopeico.
Quel pè-pè-pè che lei ripete, incomprensibile per me ma sicuramente una chiave d’accesso da interpretare si svelò quando abbozzando con la chitarra la canzone “O sole mio”, Rosi come d’incanto smette quel suo fraseggio senza senso e si mette a cantare con me…………… una sensazione unica irripetibile.
Lo stesso risultato con Liliana una nonna di 75 anni il cui linguaggio è il “verso” del tacchino anche lei come Rosi smette cantando “Voglio vivere così”.
Poi ci sono casi come Ernestina di quasi 90 anni che rimane sempre isolata e non vuole mai partecipare perché ce l’ha con il mondo intero……ma appena sente la canzone “Vogliamoci tanto bene” si avvicina con la carrozzina alla mia tastiera e con gli occhi lucidi mi racconta che lei è di Salerno e all’insaputa dei suoi genitori andava in un locale il pomeriggio a ballare e nell’intervallo mentre “i suonatori”, come li chiama lei, si riposavano con il permesso del capo orchestra, lei si metteva al pianoforte e suonava quella canzone………
Tanti avvenimenti si sono susseguiti in molti anni della mia attività come musicoterapeuta.
L’ultimo in ordine è Silvano un ragazzo di 37 anni che, in seguito ad un incidente in moto, è rimasto completamente paralizzato venendo assistito 24 ore su 24. Sono solo gli occhi che si muovono mentre canto “Strada facendo” di Claudio Baglioni o “ Più bella cosa” di Eros Ramazzotti.
………la musica si scrive ma è la magia di ciò che si diffonde nell’aria
che entra dentro di noi, rinchiudendosi poi in quei cassetti di una memoria che si allontana da noi inesorabilmente….. ma è per la stessa magia che al suono di essa i cassetti si aprono e ci fanno tornare a vivere….anche se per un breve istante…….e i nonni che ci lasciano sono come libri di saggezza che scompaiono dalla biblioteca della vita……….